Cos’è la torsione di punta, il malore che ha colpito il calciatore Edoardo Bove. Sintomi, cause e trattamenti.
La torsione di punta è una forma specifica di tachicardia ventricolare, un disturbo del ritmo cardiaco che si manifesta con una frequenza anormalmente elevata, solitamente compresa tra 150 e 300 battiti al minuto, questo secondo quanto riportato da molti media è la causa del malore di Edoardo Bove.
Questa condizione si origina nei ventricoli del cuore e, se non trattata tempestivamente, può evolvere in fibrillazione ventricolare, una situazione che impedisce al cuore di pompare sangue in modo efficace, con il rischio di causare un arresto cardiaco.
La torsione di punta, il caso Bove: una tachicardia ventricolare pericolosa
Secondo i medici che hanno preso in cura il calciatore Edoardo Bove, ricoverato presso l’ospedale Careggi di Firenze, un ruolo chiave potrebbe essere stato svolto da un livello particolarmente basso di potassio nel sangue. Questo squilibrio elettrolitico è infatti noto per la sua capacità di alterare l’attività elettrica del cuore, favorendo l’insorgere di anomalie come la torsione di punta. Altri fattori di rischio possono includere l’assunzione di farmaci come antibiotici o antipsicotici, oltre a condizioni genetiche o altre patologie preesistenti.
I sintomi possono variare in gravità e comprendono spesso vertigini, palpitazioni, capogiri e svenimenti. Nei casi più gravi, la torsione di punta può essere asintomatica fino a provocare un arresto cardiaco improvviso, evidenziando l’importanza di una diagnosi tempestiva per ridurre i rischi.
Come viene diagnosticata e curata la torsione di punta
La diagnosi della torsione di punta avviene attraverso l’elettrocardiogramma (ECG), un esame che permette di identificare la caratteristica configurazione del ritmo cardiaco con curve a “torsione”. Per approfondire la causa del disturbo, possono essere effettuati esami del sangue per monitorare i livelli di elettroliti o altre analisi specifiche per valutare il funzionamento del cuore.
Il trattamento varia a seconda della gravità del caso e delle cause sottostanti. In situazioni di emergenza, come durante un arresto cardiaco, l’utilizzo del defibrillatore si rivela fondamentale per ripristinare il normale ritmo cardiaco.
Successivamente, la gestione a lungo termine si concentra sulla prevenzione di episodi futuri. Questo può comportare modifiche nella terapia farmacologica, come la sospensione di farmaci che prolungano l’intervallo QT, o l’assunzione di beta-bloccanti per stabilizzare il battito cardiaco. Nei casi più complessi, può rendersi necessario l’impianto di un defibrillatore cardiaco o di un pacemaker, strumenti che aiutano a controllare le aritmie.
È essenziale anche intervenire sui fattori di rischio modificabili, come correggere tempestivamente gli squilibri elettrolitici o ridurre attività fisiche eccessive nei soggetti predisposti. Una gestione completa e personalizzata consente non solo di trattare la torsione di punta ma anche di prevenire le sue gravi complicazioni.